mercoledì 13 giugno 2007

L?IMPORTANZA DELLA POLITICA E LA 'NDINNITA'

Angilino Albano avìa un brutto prisintimento. E quel prisintimento si era avverato preciso 'ntifico come se lo ero assunato. Era inutile: si arrigirava sul suo letto con il baldacchino e non ci poteva pigliare sonno. Comunque fossero andate le elezioni a sinnaco di Montelusa lui se la sarebbe pigliata nel posto dove manco il pur forte sole di Vigata può battere.


Gli venne in mente quel giorno quando nel suo officio ci fu la riunione con i collaboratori.

"Vedi caro Daviduzzo - declamò Angilino senza permettere che nessuno lo interrompesse durante il suo discorso di gavutissima politica - qua le cose sono due: se vince Cavalleri io perdo pirché Di Lauro torna a fare il sinnaco e quello senza vidiri né sbidiri mi fotte; se Cavalleri perde io perdo pure pirché poi a Roma quegli scassaminchia dei miei avversari interni al partito di Vigata vanno dal presidente, Dio l'abbia in gloria, e gli cuntano che abbiamo sbagliato candidato".


Alla fine, come si sapi, a sinnaco acchianò Marcuzzu Gambuto che non solo avìa sminchiato a bbia di voti a Cavalleri ma pure ci faceva la sarsiata dei "baruna mannati a casa".


"Talé - disse con voce tremula Angilino ad uno dei suoi tanti collaboratori che pendevano dalla so vucca - aspittamo e videmo che succede. Se l'on. Piemontesi s'incazza facemo come si dice da noi: calati junco che passa la china".


Nel mentre Angilino parlava Daviduzzo si intorcioniava tutto come quanno uno si sta piscianno d'incoddro.


"Vero, arragione hai Angilì – disse concitato e allistennosi il collaboratore Daviduzzo - ma ora scusami, ma ti devo lassare che me ne devo andare di cursa".


E indove devi andare accussì di prescia che non mi fai manco finire di sborgere quest'analisi politica? Che ci sono cose più importanti di queste?”.


"No Angelì, pirdonami, è che devo passare alla cassa a pigliari i grana. Per fortuna oi il Consorzio paga le 'ndinnità".


Artemio Carnazza

patrecarnazza@gmail.com

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